San Gimignano: Cosa Vedere

San Gimignano è un piccolo comune toscano in provincia di Siena. Suggestivo per la caratteristica architettura medievale conservatasi perfettamente nel tempo, è stato dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell’età comunale.

Ciò che caratterizza questo paese è la presenza di numerose torri e case-torri di architettura medievale, realizzate dalle famiglie benestanti di quel tempo per affermare la loro supremazia. La loro altezza infatti determinava il prestigio della famiglia: più la torre era alta, più la famiglia era influente all’interno della cittadina. San Gimignano probabilmente sorge da un sito precedentemente abitato da Etruschi. La presenza di questa popolazione è testimoniata da numerose tombe ritrovate nel territorio circostante. La cittadina fu per la prima volta menzionata intorno all’anno mille. Secondo la tradizione il nome derivò dal Vescovo di Modena, San Gemignano, che in quel tempo difese la città dagli attacchi di Attila. Le prime mura cittadine risalgono al 998 d.C., e racchiudevano il poggio della torre con la sede vescovile.

Nel Medioevo la città si trovava già nella direttrice della via Francigena, al tempo creata dai Romani. Questo le permetteva una posizione rilevante e un attività fiorente del commercio. Verso il 1150, la via Francigena venne modificata, e il suo tracciato spostato lontano dalla cittadina. Nonostante questo cambiamento, San Gimignano non smise di essere luogo privilegiato e meta di numerosi commercianti. Nel 1199 il paese si guadagnò la propria indipendenza dai Vescovi di Volterra. Sempre in quel periodo iniziarono le lotte tra guelfi e ghibellini, capeggiati dalle famigerate famiglie degli Ardinghelli e dei Salvucci.

Con la vittoria dei ghibellini, San Gimignano ebbe il suo periodo di massimo splendore, in cui fiorì fortemente l’agricoltura, e il prodotto d’eccellenza, lo zafferano veniva venduto in tutta Italia ed esportato persino in Siria ed Egitto. A confermare il benestare della città furono anche le costruzioni di numerosissime torri, che a quell’epoca arrivarono ad essere ben 72. Nel 1252 le mura della città inglobarono il poggio di Montestaffoli, ma con la presa dei guelfi di Firenze, nel 1255, le mura vennero totalmente distrutte. Riacquistata l’indipendenza nel 1261 e tornata la supremazia ghibellina, i cittadini ricostruirono le mura comprendendo anche Poggio della Torre. Di conseguenza l’assetto urbanistico venne suddiviso in quattro contrade, ciascuna corrispondente ad un porta della città: contrada Piazza, contrada Castello, contrada di San Giovanni e contrada di San Matteo.

Per un breve periodo, nel Maggio del Trecento, la città ebbe l’onore di ospitare Dante Alighieri, all’epoca ambasciatore della Lega Guelfa in Toscana. Il Trecento fu un secolo tremendo per la città di San Gimignano, la carestia e la peste furono talmente distruttive che la città nel 1351 fu costretta a consegnarsi a Firenze, rinunciando alla propria autonomia. Nonostante il declino economico e politico, nell’epoca rinascimentale San Gimignano fu abbellita da numerose opere di artisti senesi e fiorentini, quali Memmo di Filippuccio, Lippo e Federico Memmi, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, Sebastiano Mainardi, Piero del Pollaio, ecc.

Nei secoli successivi la città fu completamente emarginata. Ciò permise la sua perfetta conservazione nel tempo. Solo alla fine del XIX secolo si comprese il valore reale della cittadina, che nel 1929 venne sottoposta integralmente a vincolo monumentale. In seguito nel 1990 verrà dichiarata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità.

Attualmente la città è un’ambita meta turistica per chiunque voglia riscoprire l’architettura e l’arte di un’epoca medievale ormai andata.